L’ironia e la comicità/ L’umorismo come strumento per un brand di nicchia
Subaru, un marchio giapponese dalle mille sfaccettature, tra i primi oggi ad aver una brand loyalty altissima negli USA, subito dopo Ford: esempio di come il marketing e le diversità della clientela e del territorio, nonché dei costi della vita, possono rendere un prodotto non compreso e che risulta anche costoso, in Italia, un prodotto altamente commerciale, in questo caso negli States, terra in cui d’altronde si è concretizzata l’automobile giapponese in generale, più di ogni altro paese. Infatti per il mercato italiano, dopo gli anni ’70, fin dalle prime esportazioni dal Giappone, Subaru non ha visto rose e fiori, se non con intense azioni pubblicitarie, dimostrazioni e lunghe trattative con i potenziali acquirenti. Un brand per così dire di nicchia, ma che trova una buona vitalità nelle aree del nord Italia, in particolare tra le zone di montagne e dove la neve è per convenzione, attesa. Altresì in alcune aree della Sicilia e del centro. E già, perché Subaru è stata la prima casa ad adottare la trazione a quattro ruote motrici permanente (4WD) per vetture prodotte su larga scala e soprattutto pensate per l’uso quotidiano e per le famiglie, lanciando la prima generazione di Subaru Leone. Un’innovazione avvenuta nel 1972 e che ha reso fin da subito la “casa delle pleiadi” (la costellazione raffigurata dal logo, che rappresenta l’azienda principale e le sue aziende satelliti), in origine Fuji Heavy Industries., un costruttore il cui obiettivo principale ha riguardato sempre la sicurezza attiva e passiva, delle proprie vetture e per i suoi clienti.
Sicurezza che ad oggi si è evoluta grazie a sofisticate tecnologie di riconoscimento, di monitoraggio, di controllo e gestione elettronica della vettura e grazie alla produzione di nuovi materiali più articolati e ad accurati studi ergonomici. Ma soprattutto grazie al mantenimento di una filosofia ingegneristica basata sulla medesima architettura meccanica, che ha contraddistinto le vetture Subaru di primo vero successo nel mercato automobilistico globale e che vede la presenza combinata della trazione integrale permanente (4WD) ed il motore a cilindri contrapposti (c.d. motore “boxer”), il quale offre una serie di vantaggi sulle performance e sulla dinamica del veicolo. Tra le altre innovazioni possiamo ricordare l’impiego del sistema anti- arretramento, inventato nel 1936 ma abbondantemente rivisto ed impiegato da Subaru già negli anni ’80, rinominandolo “hill holder”, per poi espandersi a macchia d’olio su quasi tutte le automobili oggi prodotte, anche tra le piccole utilitarie. O ancora un progetto sviluppato con il nostro maestro del design Giorgetto Giugiaro, sulla realizzazione della granturismo di Subaru nata nel 1992, la SVX, il cui intero tetto era in vetro temprato, accompagnato ulteriormente da un’ampia finestratura complessiva e da una linea decisa e avveniristica, per non parlare delle innumerevoli vittorie nei rally, già dagli anni ’80 con le prime vetture turbo a quattro ruote motrici e le sospensioni elettropneumatiche e per giungere alle campagne di lancio dei modelli dall’89 ad oggi, supportati da test di endurance e crash test.
E proprio dalla SVX e dalla versatilità d’uso che ha caratterizzato ogni singola Subaru, probabilmente i comici italiani Aldo, Giovanni e Giacomo (ex-possessori di Legacy) si saranno ispirati per “creare” una Subaru, che ai puristi del marchio, i “subaristi”, come il sottoscritto, riuscirebbe comunque a suscitare una certa ironia ma allo stesso tempo implicita valorizzazione del prodotto Subaru. La Subaru “Baracca” dei tre comici è in realtà un’auto immaginaria, che nel loro sketch viene descritta come un’auto che può fare questo, quello, che ha la portiera “fatta in un certo modo”, il parabrezza altrettanto, fino alla reattività dello sterzo, che viene estremizzato con un piantone di plastica movibile e che Giovanni alza e muove a piacimento nelle cosiddette “curve autostradali ad U” con tanta facilità, mentre è seduto, con Aldo e Giovanni, su 3 sedie e nient’altro che li circonda. Ebbene questa sorta di negazione, di privazione della tangibile performance della Subaru Baracca ma esistente allo stesso tempo, perché viene menzionata (tale da accomunarla e farla rientrare nell’immaginario come una qualsiasi altra Subaru) ed interpretata con la comicità, (tale da raggiungere anche un profano e non conoscitore o appassionato di Subaru) consente un’ottima comunicazione e pubblicità del prodotto Subaru ma che, fra i meno sensibili e consapevoli del tipo di vettura in questione può generare ahimè l’effetto diametralmente opposto e fuorviante: rappresentare cioè una Subaru, non come effettiva vettura sofisticata in grado di battere una tedesca nel rapporto qualità/prezzo (e magari anche in un rally), ma come una vettura straniera di inadeguato livello. In ogni caso durante le festività natalizie del 2020 Subaru Italia ha inserito nella propria campagna pubblicitaria delle battute provenienti dallo sketch, suscitando anche in target comuni e non fidelizzati con il marchio, un forte interesse e coinvolgimento, tale da aumentare le interazioni, lo share e di conseguenza la rivalutazione del prodotto e che ha portato i tre comici a realizzare una seconda versione dello sketch in collaborazione con la filiale italiana: “Subaru Baracca: il ritorno”. Nella nuova versione vengono riportate alcune delle più classiche e memorabili battute dell’originale ed altre nuove sulla parte tecnica, al fine di pubblicizzare e far meglio conoscere l’attuale prodotto Subaru, con le sue nuove tecnologie ed innovazioni, come l’introduzione dell’ibrido sempre con motore boxer o il sistema di riconoscimento con telecamere (EyeSight); attraverso una forma culturale che non pesa a nessuno e che anzi, viene fruita con gran piacere da tutta la famiglia.
Autore:Francesco Carleo